Collera

07.12.2014 14:54

Si chiamava Remo. Era belga di origini italiane. Scontava una pena non ancora definitiva con me agli arresti domiciliari, in una comunità gestita da un prete di Ravenna.

Era il primo ad alzarsi, ma non preparava il caffè a nessuno. Si poneva al di sopra di tutti anche quando non ce n'era bisogno. Compiaceva solo quelli che contavano. A loro sì, offriva caffè, birra, vino e cene.

Diceva di aver truffato lo stato per milioni di euro con l'import export di auto tra Italia e Germania, ma nessuno ha mai saputo se fosse verità o meno. Poco importa comunque.

Ogni tanto si lanciava in gesti a dir poco imbarazzanti, perché fatti per salvare la faccia e non certo per bontà d'animo, come quella volta che mi diede cinque euro per comprare le sigarette. Ne ho comprati due pacchetti da dieci dividendoli con gli altri, che come me, arrancavano onestamente per trovare spiccioli.

Remo faceva di tutto per mostrarsi il migliore tra noi: il più accorto, il più tenace, il più capace, il più responsabile, quello con più chiavi alla cintura, il più amichevole, il più in tutto, il più e basta.

Mangiava sempre di corsa, lamentandosi di aver poco tempo e troppe responsabilità che nessuno però gli aveva dato. Quando procurava qualcosa per la casa, si atteggiava a Messia con i pani e i pesci, per poi nasconderla in camera sua, conclamando un assurdo potere personale.

Non amava essere contraddetto, specialmente se a farlo, era qualcuno capace di centrarlo in fronte al primo colpo. Allora alzava la voce per nascondere la sua natura e il mondo in cui viveva: Collera.

 

Questo è il mondo in cui il proprio ego finalmente esce allo scoperto, cosa che non accade in quelli precedenti. Il problema è che questo la fa da padrone e tende a sminuire le personalità degli altri. Visti i fini poco lusinghieri, il collerico si rifugia nella farsa di perbenista, buonista, altruista ecc. ma in realtà vive solo di se stesso.

In questo mondo ci si accende di luce fredda e si esaspera la propria personalità, mossi da una perseveranza davvero ammirevole. Questa capacità è il punto a favore del collerico. Usare la caparbietà per creare valore, illumina le tendenze di chi vive in questo mondo, portandolo a vincere le sfide più difficili.

Se, al contrario, rimane a bollire nella sua acqua, l'ambiente e la sua vita, rimarranno vuoti. Non si sposterà mai da dove urla senza ragione e senza un vero spessore umano.

 

Che fine ha fatto Remo?

E' tornato in carcere. La Cassazione gli ha comminato altri sei anni in via definitiva.

Nessuna delle persone che ha compiaciuto in quella comunità, ha mosso un dito per aiutarlo. Gli hanno inscatolato le sue cose in un garage ad ammuffire, pronte per essere dimenticate.

Tra le persone che più ha screditato, proprio perché capaci di fare centro al primo colpo, c'ero io, e oggi non lo dimentico, anzi, metto il suo nome e il suo esempio su questo libro. Non cambierà che diventi un best seller, o rimanga su uno scaffale, ciò che importa, è la sua storia che da adesso in poi, diviene immortale e infinita.

Ne sarebbe felice il caro Remo e spero che un giorno, per qualche motivo insondabile, possa rileggerla e riflettere. Ha una nipotina bellissima di cui sarà sempre fiero a ragione.

 


 

 

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