Inferno: Il primo dei dieci mondi.

07.12.2014 14:43

E' quello più in basso (guarda caso)

Inferno, in giapponese jigoku, è una parola composta da due caratteri che significano "il più basso" e "essere legato o imprigionato": Indica una condizione vitale priva di libertà, dominata da estrema sofferenza e disperazione in cui si distrugge rabbiosamente sé stessi e gli altri. Si tende quindi alla depressione, al vittimismo pensando che il male arrivi dall'esterno, alle varie dipendenze da sostanze quali l'alcool e gli stupefacenti. L'autolesionismo è un sintomo fisico estremo del grande dolore che si prova in questo stato. La sofferenza psichica ha molto potere su di noi e difficilmente riusciamo a vincerla. Si teme anche di perdere le persone a cui si tiene. Abbiamo paura di tutto e tutto tende a colpirci, o almeno questo vediamo in una realtà distorta da noi stessi.

Anche l'inferno però ha una funzione importante ed è quella di farci conoscere i punti più bassi in cui possiamo cadere. Senza conoscerli, non potremmo goderci la felicità. Sarebbe come se al giorno mancasse la notte e al bianco, il nero. La sofferenza e la felicità, coesistono in noi come qualsiasi altra parte e svolgono funzioni importanti come farci reagire e crescere. Ogni uomo dopo la sofferenza è più forte e preparato. Non a caso un mondo contiene anche tutti gli altri, infatti un buddista praticante saprà cogliere positività anche all'Inferno e farne un'esperienza edificante. Ricordi una particolarità del fiore di Loto? Ha le sue radici nel fango. T'ien t'ai a questo proposito dice che chi cade al suolo, appoggia le mani sullo stesso suolo per rialzarsi.

Approcciandosi allo studio dei dieci mondi quindi è molto importante capire che ognuno contiene anche gli altri e che nessuno esiste separatamente dal resto. Nel buddismo il bene e il male non sono valori assoluti, ma funzioni neutre della vita. Siamo noi a relazionarci con queste forze dando loro una connotazione negativa o positiva: un bacio può dare amore o tradire. Uno schiaffo dolore, ma anche insegnamento e protezione. Lo stesso l'inferno, per quanto possa impaurire, ha dentro la forza che userai per uscirne.

Come?

Recitare Nam myoho renge kyo, attiva la forza interiore che trasforma la pesantezza di questa personale prigionia in libertà di agire concretamente, illuminando la buddità insita anche in un uomo prigioniero di questo mondo.

Un uccello in gabbia, resta comunque un uccello. Anche se fosse nato in cattività, basterebbe aprire la porta per vederlo volare.

A questo proposito, voglio raccontarti un'esperienza personale molto forte. Ho preparato il caffè anche all'inferno, trovandoci amicizie profondissime. Ne sono uscito forgiato e pronto a ricominciare. Da allora, sono passati solo due anni, ho scritto altri due libri, questo è il terzo e ne ho preparati altri due. Nel frattempo, andiamo avanti sul sentiero. C'è molto ancora di cui parlare.

 

 

 

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