Le tre prove

07.12.2014 14:27

Ricordiamoci che il buddismo di Nichiren non ha dogmi da prendere come buoni irrazionalmente, ma che ogni concetto va interiorizzato in base alla propria esperienza empirica. A questo proposito Daishonin introduce le tre prove per farci una corretta opinione di qualsiasi insegnamento buddista.

 

  1. La prova teorica. Cioè comprendere se un pensiero religioso o filosofico vada contro la logica e alle scoperte scientifiche oppure no. Se una religione asserisce che la Terra è piatta, finisce oltre le Colonne d'Ercole e il Sole gira attorno a essa, c'è qualcosa di sbagliato, quindi quell'insegnamento porta alla confusione e non alla consapevolezza. Il buddismo spiega le cose con praticità, nasce dall'esperienza umana di Shakyamuni e non da presunti dialoghi estemporanei con una o più divinità, quindi non si troveranno insegnamenti indimostrabili.

 

  1. La prova documentale. Il seguace di ogni religione deve avere documenti su cui poter ricercare: il Nuovo Testamento per il cattolico; il Corano per l'islamico; i Sutra e le lettere (Gosho) di Nichiren per il buddista. La seconda prova è l'avere testi precisi su cui basarsi.

 

  1. La prova concreta. Quella che Nichiren definisce più importante di tutte, poiché se mettiamo in pratica un insegnamento, dovrebbe darci la risposta promessa, al contrario, se così non fosse, non avremmo la prova concreta della sua validità.

 

Quindi ogni volta che affrontiamo un concetto, analizziamolo con la logica, con i documenti conosciuti e con l'applicazione pratica osservandone gli effetti.

 

Ha senso?

Dove sta scritto?

Recitare Nam myoho renge kyo funzionerà davvero?

 

Ecco appunto, dovresti semplicemente provare e capire se davvero muove qualcosa dentro di te. Il buddismo risponde ai dubbi, ma ama la ricerca dei dubbiosi perché da questi arrivano le risposte più sincere e dimostrabili.

Pensaci.


 

 

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