Le trentaquattro negazioni del corpo di budda

06.12.2014 23:38

11 - Nel prologo del Sutra del Loto viene chiesto a Shakyamuni il significato di corpo di budda o buddità e lui risponde con trentaquattro negazioni che portano a una sola parola come risposta.

 

Il suo corpo non è né esistenza né non esistenza;

non è né causa né effetto, non se stesso né un altro;

non quadrato né rotondo, non corto né lungo;

non ascendente né calante, non nascita né morte;

non creazione né apparenza né artefatto;

non seduto né sdraiato, non in movimento né fermo;

non avanza né rotola, non sta fermo;

non va avanti né indietro, non in salvo né in pericolo;

non ragionevole né irragionevole, non guadagno né perdita;

non questo né quello, non passato né futuro;

non blu né giallo, non rosso né bianco;

non scarlatto né purpureo né di alcun altro colore.

 

A leggerlo così, sembra davvero molto complicato, ma durante la seconda guerra mondiale in Giappone furono imprigionati due uomini che fecero la storia: Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda. Rispettivamente il primo e il secondo presidente della Soka Gakkai, organizzazione mondiale buddista laica guidata da Daisaku Ikeda terzo presidente oggi in carica. Makiguchi era un grande pedagogo ancora preso a esempio nel mondo. Sviluppò la teoria del valore da cui nacque un metodo di insegnamento per bambini che li indirizzava verso una crescita consapevole e personale là dove il governo militarizzava e conformava tutto. Toda era un insegnante suo dipendente. Presto i due si resero conto che il loro metodo educativo era molto vicino al buddismo espresso nel Sutra del Loto e riformato poi dal monaco Nichiren Daishonin nel 1253. Fondarono quindi il primissimo nucleo di ciò che poi diventerà la Soka Gakkai, odierna organizzazione che conta milioni di aderenti in tutto il mondo.

Era il 1930.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, l'imperatore giapponese proclamò lo Shintoismo religione di stato, mettendo al bando la libertà religiosa. Chi non si fosse adeguato, avrebbe sofferto l'incarcerazione. Makiguchi venne imprigionato e tutti i membri della Soka Kioku Gakkai (società per la creazione di valore) abiurarono. Tutti tranne uno: Toda seguì il suo maestro in carcere.

Era il 1943.

Makiguchi morì poco dopo, ma Toda continuò a studiare la figura di Nichiren Daishonin e il Sutra del Loto per approfondire il credo che valorizzava ogni essere vivente. Il prologo delle trentaquattro negazioni del corpo del budda non gli dava pace perché voleva capire a tutti i costi cosa fosse quel corpo di budda e la buddità stessa. Arrivò alla conclusione dopo giorni di pratica buddista: Era semplicemente la vita.

I suoi pensieri turbinavano: Il Budda è la vita! E' L'espressione della vita! Il Budda non è fuori di noi, sta nella nostra vita. No, esiste anche al di fuori, è la vera entità della vita cosmica!” Da La saggezza del Sutra del Loto Vol 1 – Daisaku Ikeda – Esperia

Budda era un uomo e per spiegare cosa fosse la buddità, ovvero la condizione vitale a cui si era risvegliato, la spiegò con l'uso di quelle trentaquattro negazioni sul corpo del Budda, facendo intendere agli ascoltatori presenti e ai posteri che la vita infinita, diversa dall'esistenza fisica corruttibile, e la buddità sono la stessa cosa. Da questo si evince che quando un uomo offusca o disprezza la vita, ottenebra il reale potenziale della propria buddità, ottenendo di conseguenza l'infelicità

 

 

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